Vittorio “Ivo” Galeone
Vittorio Galeone nasce a Diso, in provincia di Lecce, il 3 settembre del 1922. A 17 anni emigra a Torino, dove lavora come calzolaio. Nel 1942 viene chiamato alle armi e addestrato per essere inviato al fronte. Ma Vittorio ripudia la guerra e fa di tutto per non prendervi parte. Il suo comportamento provocatorio gli vale persino una condanna a dieci mesi di condizionale per insubordinazione e gravi ingiurie da parte del Tribunale Straordinario di Guerra. Tornato dal fronte nel 1943 per deperimento organico, partecipa agli scioperi e alle manifestazioni della Torino operaia. Dopo l’8 settembre 1943, si unisce ai partigiani comunisti Stella Rossa, entrando quindi a far parte dei GAP (Gruppi di Azione Patriottica) torinesi, dove conosce Giovanni Pesce (“Ivaldi”), comandante militare. Ma la permanenza di Vittorio nei GAP è di breve durata: poco dopo la sua prima azione, viene arrestato, per colpa di una spia, e internato alle Nuove per sei mesi. Uscito di carcere nell’agosto del 1944, si dà alla fuga, raggiunge il Canavese e si unisce ai partigiani della 77a Brigata Garibaldi “Titala” con il nome di battaglia di “Brusky”. Su quelle colline Vittorio combatte strenuamente contro i nazifascisti e si fa onore. Torna quindi a Torino e, con Erasmo Tosi e Piero Passoni, cerca di riorganizzare una Brigata Matteotti, ma per lui la città è ormai terra bruciata. Fugge quindi a Milano, dove, con il nuovo nome di battaglia di “Ivo”, prende contatto con le Brigate Matteotti che operano a Monza, Abbiategrasso, Cernusco sul Naviglio. A Cernusco, in particolare, conosce Alfredo Rurale, responsabile dell’11a Brigata Matteotti, della quale Vittorio assume il comando.
Tessera di riconoscimento rilasciata dal Comando Formazioni “Matteotti” a Vittorio Galeone
“Ivo” si distingue per la sua capacità di comando, per il sangue freddo e per il coraggio che dimostra nelle azioni armate. In una di queste, a Milano, viene ferito gravemente a un braccio. Pur continuando a operare nel capoluogo, deve ritirarsi a Cernusco e Pioltello. A Cernusco viene ospitato a casa dei Rurale, in via Battisti, e quindi dei Riboldi, in via Monza. Poi si trasferisce alla cascina Arzona di Pioltello, in casa dei Piccoli. Galeone, insieme ai comandanti delle altre Brigate partigiane, è protagonista della resa del comando tedesco di Cernusco il 26 aprile del 1945. Successivamente si unisce al distaccamento di Pioltello e forma la colonna di automezzi e mezzi blindati requisiti ai tedeschi, che raggiungerà Milano.
L’importanza di Galeone, grande protagonista della Resistenza della Martesana, travalica ampiamente i confini locali.
Vittorio Galeone è scomparso nel 1999.
(le notizie sono state tratte da Col cuore in gola, di Giorgio Perego)
Per un approfondimento sulla figura di Vittorio “Ivo” Galeone, rimandiamo a:
Vittorio Galeone, Ricordi partigiani – Con un quadro storico su «La Resistenza nell’est milanese» di Giorgio Perego, Bine Editore, Cernusco sul Naviglio 1985
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