Bruno Perego
Bruno Perego nasce a Cernusco sul Naviglio il 7 febbraio 1925.
Nel 1943, dopo essere stato assunto, in qualità di operaio meccanico, presso le Ferrovie dello Stato, per evitare di essere arruolato nell’esercito repubblichino sceglieva il servizio al lavoro presso la Todt (organizzazione preposta all’esecuzione di lavori nelle opere militari e civili dei Reich). Tramite la ditta Piazzoli di Cernusco partì con alcuni altri giovani cernuschesi per San Remo, dove era in corso la costruzione di una muraglia antisbarco. Dopo alcuni mesi di lavoro, alla notizia di un probabile trasferimento in Germania, anche Bruno Perego abbandonava il posto di lavoro e ritornava a Cernusco, vivendo alla macchia. In seguito alla minaccia dell’arresto dei genitori (bando Graziani), Bruno Perego si presentava alla Caserma Bersaglieri di Corso Italia, da dove veniva poi inviato alla Caserma di Artiglieria di Novara. Da lì, nell’aprile del 1944, nuova fuga verso casa, assieme a due concittadini: Giuseppe Perego e un certo Scirea. Dopo aver guadato il Ticino, giunti ad Arluno furono accolti da don Siro, che ben conoscevano perché anni prima era stato assistente all’oratorio di Cernusco. Seguendo il canale Villoresi, i fuggiaschi, dopo tre giorni (di notte camminavano, di giorno dormivano sui fienili dei cascinali) giunsero a casa. Bruno Perego, rimanendo sempre ben nascosto in fienili e cisterne, venne in seguito contattato dal socialista Stefano Sirtori, detto “Nino”, entrando così a far parte dell’11a Brigata Matteotti, presso la quale svolse attività di propaganda antifascista, recupero armi, raccolta fondi per i partigiani.
Bruno Perego partecipò alla fase insurrezionale nelle operazioni di disarmo del nemico, di presidio di punti strategici, di mantenimento dell’ordine pubblico.
Giorgio Perego
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