don Secondo Marelli
Un prete in mezzo ai giovani
Don Secondo Marelli occupa un posto importante nella storia della Resistenza cernuschese. Infatti questo sacerdote, dall’estate del 1941 fino alla fine del 1943, fu responsabile dell’oratorio maschile e assistente, dal 1942 al 1943, dell’Associazione Giovani di Azione Cattolica “Constantes” di Cernusco sul Naviglio. Al suo primo incarico, appena uscito dal seminario, con la sua figura carismatica e piena di entusiasmo seppe catalizzare i giovani di allora promuovendo all’interno dell’oratorio non solo una naturale e fondamentale formazione religiosa, ma anche e soprattutto favorendo incontri e approfondimenti sulla situazione sociale e civile del Paese. Scelta che implicava non pochi rischi. Don Secondo diede talmente fastidio al regime fascista di quel tempo che dovette frettolosamente scappare la mattina del 1° gennaio 1944: la milizia fascista andò a cercarlo a casa sua, ma venne depistata e dirottata al Santuario di Santa Maria, adducendo la scusa che stesse celebrando una messa. Don Secondo invece, recuperata una bicicletta dai Frigerio di via Briantea, si diresse velocemente in cerca di rifugio a Carugate da don Giuseppe Mariani, altro sacerdote che aveva collegamenti con la Resistenza locale e milanese. L’abitazione di don Secondo venne perlustrata dai repubblichini in cerca di qualche compromettente documento, ma la lista dei partigiani era al sicuro con don Secondo, che nello stesso pomeriggio venne accompagnato dal carugatese Giuseppe Erba in Brianza fino a Cantù per essere ospitato da alcuni parenti.
Un clima difficile
Nella diretta testimonianza riportata dall’opuscolo edito in occasione dei primi 50 anni della Gioventù Cattolica Constantes si può meglio capire e contestualizzare il clima di quegli anni difficili anche per la nostra cittadina, dove gli spazi per l’educazione religiosa, non in linea con il regime, venivano requisiti per altri scopi.
A sinistra:effigie di don Secondo Marelli
A destra: retro dell’effigie di don Secondo Marelli
Le adunanze clandestine si tenevano nello studio dell’assistente, don Secondo Marelli.
Non si aveva però la relazione con alcuno. Non si era legati a nessuno. Così ci colse il 25 luglio del ’43.
La sera stessa però il gruppo composto dall’allora rag. Mario Pirola, da Luigi Moraschini, Angelo Manzoni, Carlo Trabattoni, Mario Andreoni e Franco Brambilla Pisoni, si radunò per decidere il da farsi nella circostanza. Ne uscì il seguente ordine del giorno:
1. Italia libera – combattere ogni assolutismo (nero o rosso);
2. Italia forte – quindi stare uniti al governo;
3. Propagandare l’idea di una Italia repubblicana (su questo punto però non c’era accordo);
4. Formare un gruppo d’Azione per sostenere il pensiero cattolico ed affiancare le autorità nel mantenere l’ordine;
5. Metterci in relazione coi dirigenti del partito che avesse programma cristiano.
Però il cielo italiano era ancora troppo oscuro. Le libertà tanto invocate non venivano concesse.
I bombardamenti sulla città aumentavano, creando sempre più confusione e paura tra la popolazione.
Intanto l’Oratorio di Via Briantea veniva requisito dalle autorità militari per collocarvi il comando della 25a legione antiaerea. Così veniva sottratto l’ultimo luogo per le nostre riunioni generali. La Sacer infatti era già stata ceduta agli sfollati di Milano.
Impressioni dal “diario di un socio”
Sempre sullo stesso opuscolo Vittorio Melzi, in un articolo intitolato”diario di un socio”, scrive queste poche righe per ricordare il primo incontro con questo prete ambrosiano.
1941 – “Caro militare, ti scrivo per farti sapere le novità che accadono al nostro paese durante la tua assenza”: così incominciavano le lettere ai soci che vestivano il grigio-verde. Non mi era eccessivamente simpatico quel prete arrivato nuovo dal Seminario, ma in seguito dovetti ricredermi: era don Secondo Marelli.
Era decisamente una bella usanza che teneva informati ed in contatto i giovani durante il servizio militare, facendo sentir loro vicino l’affetto degli amici e del paese lontano…
1942 – La guerra continuava, si lasciò il vecchio Oratorio per la Sacer, ritornava mio fratello dalla Grecia e don Secondo mi aggiustava un ceffone richiamandomi al dovere e all’ordine.
1943 – La guerra continuava, un altro mio fratello partiva per il militare, altri giovani lasciavano le loro case per servire la Patria. Nelle serate estive si andava nelle cascine, capitanati da don Secondo, a recitare il S. Rosario. Ricordo la sera che andammo, accolti cordialmente dalla popolazione, al Gaggiolo. Il giorno dopo in Italia avvenne quello che fu il 25 luglio 1943.
Settembre – Gita al Pizzo dei Tre Signori. Era la prima volta che calzavo gli scarponi di montagna, felice di partecipare a quella ascensione. Tre giorni dopo, l’armistizio.
Il coprifuoco vigeva in Italia, le adunanze vennero sospese, alla sera non si poteva uscire: con grande dolore non potemmo più andare in casa del nostro Assistente don Secondo.
1944 – Si incomincia il nuovo anno con una S. Comunione di gruppo. Mentre si faceva il ringraziamento si avvicinò Mons. Luigi Ghezzi e m’invitò a togliermi la sciarpa rossa che avevo al collo. Il perchè di certe precauzioni non tardai a capirlo. Don Secondo dovette fuggire, la sua casa era piantonata. Sincera sgorgò dal mio cuore una preghiera: “O Signore salvalo dai pericoli!”
Una guida anche organizzativa
Sempre sullo stesso opuscolo Felice Frigerio, ex comandante militare della 26a Brigata del Popolo, ricorda il ruolo, forse più nascosto e riservato, di questo sacerdote.
É difficile stabilire il giorno di nascita del Movimento Partigiano a Cernusco, certo è che subito dopo l’8 settembre 1943 alcuni giovani guidati da don Secondo Marelli riuscirono ad asportare e nascondere armi di appartenenza ad una disciolta unità militare con sede nell’Oratorio maschile del paese.
É proprio di quei primi giorni l’affissione di manifesti manoscritti antitedeschi.
Ai primi di novembre si incomincia a pensare al movimento e in quella casa sempre aperta di don Secondo si tengono riunioni a sfondo politico e militare e si predispone un piano di disturbo alle azioni di nazi-fascisti; sono i giovani della Constantes e dell’Oratorio che alla preghiera fanno seguire l’azione e il sacrificio. Si inizia una propaganda spicciola appoggiata dalla distribuzione clandestina di volantini dattiloscritti.
Ma il 1° gennaio 1944 don Secondo viene ricercato e costretto ad eclissarsi. Naturalmente i giovani rimangono senza guida e l’attività viene rallentata anche per non dare ulteriori sospetti.
Don Secondo Marelli non fu quindi presente nella decisiva giornata della Liberazione, il 26 aprile a Cernusco, ma siamo certi che in molti l’avranno ricordato in quei momenti nella difficoltà e nella gioia per la resa del presidio militare tedesco!
Maurilio Frigerio
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