Nei giorni dell’insurrezione, la Martesana fu teatro di due eventi di due eventi di importanza nazionale.
Cattura e fucilazione di Roberto Farinacci
Il 27 aprile 1945, a Beverate, veniva catturato dal distaccamento di Merate della 104a brigata Garibaldi il gerarca Roberto Farinacci. Fascista della prima ora, ras di Cremona, con le sue squadracce di manganellatori avevano terrorizzato la provincia. Farinacci rimase sempre fascista intransigente, leader del fascismo puro e duro, filonazista. Nel 1938 era stato tra i maggiori sostenitori dell’emanazione delle leggi razziali; nel 1939 era fautore dell’ingresso immediato in guerra.
Dopo l’arresto trascorse la notte presso Villa Prinetti di Merate. Il giorno successivo veniva condotto a Vimercate, dove un tribunale popolare lo condannava a morte. L’esecuzione fu immediata e avvenne nella piazza principale del paese.
La resa delle SS italiane
Il 30 aprile veniva fermata a Gorgonzola una colonna di circa 200 SS italiane. Non si trattava di una colonna qualsiasi, ma di ciò che rimaneva del famigerato Kampfgruppe “Binz”, al comando dell’SS-Obersturmbamfuhrer Franz Binz, di Duren. Il Gruppo “Binz” si era formato dall’unione dei soli due battaglioni di SS italiane, il “Debica” e il “Vendetta”, dei quali i tedeschi più si fidavano.
Il 25 aprile, nella Bassa piacentina, Binz dava l’ordine di ritirata all’intero Gruppo. Armato di tutto punto, con automezzi, carri armati e mortai, varcato il Po esso si diresse a Santo Stefano Lodigiano, Somaglia, Lodi Vecchia (dove giunse il giorno 29), bersagliato dall’aviazione angloamericana e costretto a continue soste dagli attacchi partigiani. Mentre nei giorni precedenti tutti i presidi di SS italiane si erano sfaldati e arresi ai partigiani, il Gruppo “Binz” era l’unico ancora in grado di opporre un’efficace reazione militare. Da Lodi Vecchia, il “Binz” puntò su Paullo per tentare di raggiungere la Brianza, ma il 30 aprile «a Gorgonzola i carri armati americani gli bloccano la strada. Franz Binz ha compreso che è la fine e si arrende».
Ricordiamo che le SS italiane prestavano giuramento, come quelle tedesche, a Hitler e portavano il distintivo del “teschio d’argento”; avevano gli stessi gradi di quelle tedesche, ma le loro mostrine erano rosse. I tedeschi impiegarono le SS italiane soprattutto in operazioni di polizia, di rastrellamento, di rappresaglia contro partigiani e popolazione civile.