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Angelo Colombo

Il greco della Doppia

«Vorrei raccontare quest’episodio per rendere testimonianza a tutte quelle persone che allora rischiarono la vita per spirito di solidarietà verso uno straniero che era ospite in una casa di contadini alla cascina Doppia a Caponago. Come e perché “il greco” fosse arrivato qui non saprei dire, forse era un disertore catturato dall’esercito italiano e poi scappato. In un’altra cascina, la cascina Valera di Pessano, c’era un suo compaesano, e ogni domenica si trovavano, in cascina c’era un’osteria. Una domenica, uno dei due era un po’ alticcio, sono venuti alle mani.

Angelo Colombo

Era il gennaio 1945. Mi ricordo un giorno molto freddo, tanta neve, tanta nebbia. Il lunedì mattina, potevano essere le cinque, le sei, sentiamo rumori di camion, camionette, blindi: tedeschi e fascisti hanno circondato la cascina. Era successo che il greco della cascina Valera aveva denunciato il suo amico al comando tedesco, probabilmente di Monza. Sentendo i tank che arrivavano il greco si era prontamente nascosto in un pagliaio aiutato dai contadini. I fascisti arrivarono direttamente dalla famiglia che lo ospitava, ma loro si rifiutarono di ammettere che era a casa loro, e in qualche modo era vero, perché questa persona lavorava un po’ per tutti. Tutti, almeno i grandi, sapevano dove era nascosto. Visto che non veniva fuori, il comandante tedesco, aiutato per la lingua da un fascista, ha dato un ultimatum. “Se non viene fuori ammazziamo cinque uomini”. Vennero quindi presi e messi al muro delle stalle due uomini e i loro due figli e un pastore, un giovane che non c’entrava nulla che veniva a svernare in cascina con le pecore, pronti a fucilarli. Eravamo terrorizzati. Il greco, capendo cosa stava per succedere, venne fuori, con un atto di coraggio, di eroismo direi. La storia fortunatamente è finita bene, non è stato fucilato, è stato preso e portato a Monza, e a maggio lo abbiamo rivisto libero. Vorrei sottolineare il comportamento degli abitanti di quella cascina, di quella gente semplice, che coscientemente non ha voluto fare la spia, denunciare dov’era nascosto il greco, pur convinti che sarebbero stati fucilati i cinque uomini al muro. Quanto coraggio, quanto spirito di sacrificio c’era nella gente di quell’epoca.
Vorrei che quest’episodio venisse conservato perché è un atto di eroismo sia da parte del greco che da parte dei contadini che non hanno voluto rivelare il suo nascondiglio.»

Cernusco sul Naviglio 11 giugno 2008

Materiale disponibile

Biografia [.pdf]
Video: Il coraggio e il greco