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Roberto Camerani – pietra d’inciampo

 

Roberto Camerani, che era nato a Triuggio il il 9 aprile 1925, arrivò a Cernusco durante la guerra, sfollato insieme alla famiglia. Il 18 dicembre 1943 venne arrestato dalla Feldpolizei di Milano e rinchiuso a San Vittore, insieme ad altri cinque giovani cernuschesi tutti accusati di cospirazione. Il 4 marzo 1944 fu deportato a Mauthausen e quindi a Ebensee, dove rimase internato per 15 mesi e visse la drammatica esperienza dei lavori forzati in un campo di eliminazione.

«E i giorni passavano, la morte falciava decine di uomini al giorno e la lotta al campo si circoscrisse al solo fatto di voler vivere un’ora, un minuto in più».

Fino all’arrivo degli americani, il 6 maggio 1945, pur ridotto in condizioni estremamente penose, riuscì a sopravvivere. Ricoverato e curato dalla Croce Rossa, si riprese e tornò in Italia il 22 giugno dello stesso anno.

      

Come fecero molti ex-deportati, rimase per anni chiuso nel silenzio, finché nel 1981 decise di diventare testimone. La sua attività di trasmissione della memoria alle giovani generazioni si mantenne lucida e instancabile. Gli incontri con i ragazzi delle scuole e i viaggi con gruppi e scolaresche a Mauthausen lasciarono il segno in intere generazioni di cernuschesi. Divenne punto di riferimento dell’ANED (Associazione Nazionale Ex Deportati nei campi nazisti) e raccontò la sua tragica esperienza nel libro Il viaggio, da cui in seguito furono tratti un documentario e uno spettacolo teatrale.

Dopo la morte, avvenuta a Cernusco il 20 luglio 2005, gli fu intitolata la sala conferenze presso la Biblioteca Civica di Cernusco. Nel 2016 il disegnatore Giovanni Redaelli, che da ragazzo aveva visitato Mauthausen con Camerani, in collaborazione con l’ANPI di Cernusco e ispirandosi a Il viaggio, realizzò una narrazione a fumetti intitolata Il viaggio di Roberto. Nella prefazione scritta da Adele Camerani con Fabrizio, Francesca e Maurizio, si legge: «A tutti i giovani che ha incontrato ha insegnato a non rassegnarsi, a vivere sempre e a lottare per un futuro migliore; ora davanti al prezioso lavoro di Giovanni, sarebbe immensamente felice di osservare come il bambino di allora è diventato uomo anche facendo propri i valori vissuti nel viaggio a Mauthausen».

Nel gennaio 2020 il Comune di Cernusco sul Naviglio provvide alla posa di una pietra d’inciampo in via Cavour 23, dove Roberto Camerani aveva vissuto e dove era stato arrestato nel dicembre 1943.