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Lino Penati – partigiano nell’Oltrepò

Nato a Cernusco il 4 agosto 1923, Lino Penati fu un uomo di grande cultura, veterinario e poi etologo appassionato.
Alla caduta del regime nel luglio 1943, con altri appartenenti alle Brigate del Popolo partecipò agli incontri nella casa di don Secondo Marelli, poi ricercato dalla Guardia Nazionale Repubblicana per propaganda sovversiva e costretto a lasciare Cernusco.
Dopo l’8 settembre Penati prese parte attiva alla guerra di Liberazione e fu protagonista del disarmo di tutte le casermette dislocate intorno a Cernusco e Brugherio.

Il 20 aprile 1944, in seguito a una soffiata, la polizia repubblichina fece irruzione nella sua casa alla Curt dal Frigee (o dal Cumarìn, tra piazza Unità d’Italia e piazza Padre Giuliani) e, non trovandolo, ne arrestò il padre. Alcuni giorni dopo Lino si consegnò e venne portato a San Vittore, da dove in seguito fu rilasciato dopo aver subito interrogatori e maltrattamenti per oltre un mese.
In una cartolina dal carcere datata 31 maggio 1944 scrisse alla famiglia: «… sto benissimo e non mi manca proprio niente, perciò non tribolatevi né inquietatevi per me. Non disturbatevi a inviare o venire a prelevare biancheria, perché provvedo a lavarla da solo…».
Uscito dal carcere si unì alle brigate partigiane dell’Oltrepò Pavese, dove operò come staffetta consegnando armi sottratte ai tedeschi, mantenendo collegamenti tra le formazioni, aiutando i paracadutisti alleati e nascondendo gli ebrei. Lì pianse la perdita di 16 compagni partigiani del gruppo, fatti prigionieri e fucilati a Fossoli.
Tornò a Cernusco il 27 aprile 1945, accolto con affetto dalla popolazione in festa.

Antonio De Stefani (in primo piano) e Lino Penati (1945)

Negli ultimi giorni di aprile, con nuclei delle varie brigate di Cernusco, assistette alla resa dei presidi militari tedeschi di Liscate e Monza. Dopo la Liberazione gli vennero riconosciuti vari attestati di merito e il diploma di Partigiano Combattente.
In occasione delle prime elezioni amministrative, sul periodico cernuschese “Il Naviglio”, che riportava resoconti e commenti politici dando ampio spazio alla rievocazione storica del paese, Lino Penati scrisse:
«Non hanno perso tempo i nostri compaesani, hanno lasciato le loro case di buon’ora, sono partiti dalle cascine che era ancora notte per essere tra i primi a votare… primo gruppetto volonteroso che respira a pieni polmoni l’aria di queste libere votazioni… è per loro, come per noi, uno spettacolo assolutamente nuovo, si compiacciono visibilmente che l’onestà ritorni come prima norma in politica.»
Morì il 31 gennaio 1982 e nello stesso anno gli venne intitolata la Biblioteca Civica di Cernusco.