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Cascina Fornace – ritrovo dei garibaldini

La cascina Fornace era luogo di ritrovo abituale della 105a Brigata Garibaldi VII distaccamento divisione Fiume Adda. Lì abitavano Remo Bolzoni e Pierino Tremolada.
Nel cortile di Pierino Tremolada, in una buca sotto una catasta di legna, vi era il deposito di armi della brigata. In mezzo alla vite era nascosta una mitragliatrice puntata verso la strada.
Le riunioni della brigata si tenevano nella casa di Tremolada e da lì partivano gli ordini.

 

105a Brigata Garibaldi VII distaccamento divisione Fiume Adda

Commissario politico: Giovanni Vanoli
Comandante militare: Remo Bolzoni
I luoghi di ritrovo erano: oltre alla cascina Fornace, la trattoria del “Giuanin” Sirtori (all’angolo tra piazza Gavazzi e via Bourdillon).
Il VII distaccamento era in contatto con i distaccamenti di Crescenzago, Vimodrone, Brugherio, Sant’Agata.
Molti dei militanti delle brigate garibaldine erano attivi antifascisti già prima del 1943.

 

 

Giovanni Vanoli (Brignano Gera d’Adda, Bergamo 1905 – Cernusco sul Naviglio 1994). Antifascista della prima ora, aderì al Partito Comunista Italiano (PCI) fin dalla sua nascita (1921). Trasferitosi a Cernusco nel 1934, svolse l’attività di muratore soprattutto a Milano, dove fece lavori per diverse famiglie ebree, entrando inoltre in contatto con i compagni di via Padova e con Libero Temolo, tra i 15 assassinati dai fascisti a piazzale Loreto il 10 agosto 1944. Durante la guerra Giovanni fece opera di volantinaggio tra Brignano, Cernusco e Milano. Nel 1944, fu tra i fondatori del VII distaccamento della 105a Brigata Garibaldi SAP Divisione Fiume Adda di cui fu commissario politico. Il 26 aprile 1945, il giorno dopo la Liberazione di Milano, Giovanni fece parte della delegazione a cui il Comando tedesco di Cernusco consegnò le armi, arrendendosi.

 

Giuseppe Comi (Vimodrone 1924 – Berlino 2011). Attivo già nel 1942 in una cellula anarchica milanese, venne poi chiamato alle armi e inviato a Tolmino. Dopo l’8 settembre, per evitare di andare a militare sotto i fascisti, andò a lavorare per la TODT vicino a Sanremo, dove compì azioni di sabotaggio. Scappato a Cernusco, nel 1944 partecipò alla costituzione della locale brigata. Prese parte ad azioni a Cernusco, Milano e anche nel resto del Norditalia, come nel caso dell’assalto al Carcere degli Scalzi a Verona il 17 luglio 1944 per la liberazione del sindacalista Roveda.

 

Giovanni Codazzi (Pieve Fissiraga, Lodi 1920 – Pioltello 1981), nome di battaglia “Romano”. Arruolato come guardia di frontiera al confine nord-est italiano, trasferito in Albania, dopo l’8 settembre abbracciò la lotta armata.

 

 

 

 

 

 

 

Maria Codazzi (Pieve Fissiraga, Lodi 1926 – Cernusco sul Naviglio 1999). Operaia alla Caproni di Taliedo, compì azioni di sabotaggio della produzione. Come il fratello si unì alla brigata cernuschese, compiendo azioni pericolose spesso in coppia con Giuseppe Comi, che diventerà poi suo marito.

 

 

 

Pierino Tremolada (Cernusco sul Naviglio 1921 – 2009). Soldato di frontiera a Domodossola, dopo l’8 settembre con Giovanni Vanoli, Remo Bolzoni, Giuseppe Comi e Giovanni Codazzi diede vita al primo nucleo partigiano comunista di Cernusco, che dalla primavera del 1944 venne inquadrato nella 105a Brigata Garibaldi, della quale fu vicecomandante.

 

 

 

Classe 1926, Luigi Rolla militò nella GNR (Guardia Nazionale Repubblicana) su ordine specifico del comandante della 105a Brigata Garibaldi, al fine di carpire informazioni preziose per la lotta partigiana.