Franco De Ferdinando
Franco De Ferdinando nacque a Milano il 14 maggio 1920. Fu partigiano della Divisione Perretta-Puecher in qualità di vicecomandante del distaccamento Eupilio, che operava nella Brianza comasca, da Erba a Cesana. Ricorda De Ferdinando:
«Studente universitario, venni chiamato alle armi nel 1942; incorporato nel 27° Reggimento Artiglieria, ho frequentato il corso allievi ufficiali artiglieria alpina a Bra.
Dispensato per malattia, ho trascorso un mese in convalescenza, non riuscendo così a terminare il corso ufficiali. Rientrato al 27° Artiglieria, fui inviato a un reparto che presidiava lo stabilimento Lagomarsino di Milano dove, il 12 settembre 1943, i tedeschi ci arrestarono e rinchiusero nella caserma di via Vincenzo Monti.
Fuggito dalla caserma, ho raggiunto la mia famiglia, sfollata a Carella, frazione di Eupilio, dove ho iniziato a svolgere attività partigiana. I miei primi contatti li ho avuti con il colonnello Valsecchi, ufficiale degli Alpini, delle Fiamme Verdi, e con Giancarlo Puecher.
Nella zona nella quale operavo era stanziato il 27° Artiglieria, che dopo l’8 settembre 1943 abbandonare armi e munizioni. Primo compito dei partigiani era quello di recuperare materiale bellico e di avviare alla lotta di liberazione il maggior numero di soldati sbandati.
Numerosi furono i rastrellamenti in zona da parte di SS e fascisti.
Il mio gruppo ha anche aiutato nove ebrei (già nascosti nella villa della contessa Olga Ponti Porro, a Canzo) a sconfinare in Svizzera.
Il 24 settembre 1944 venni catturato e Eupilio e ho rischiato di finire i miei giorni davanti a un plotone d’esecuzione già schierato. Con uno stratagemma evitai l’esecuzione e venni rinchiuso per una ventina di giorni in una cella della caserma della GNR di Asso.
Rilasciato in libertà vigilata, mi davo alla macchia. Ho partecipato alla liberazione del partigiano Rinaldo Chiatelli (nome di battaglia Chiari), a diversi scontri armati con tedeschi e fascisti, e alla loro cattura.»
Franco De Ferdinando nel 1966 si trasferì a Cernusco, dove, oltre a essere uno stimato architetto, partecipò attivamente alla vita politica, sociale e culturale.
Si spense nel 2015.