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Scuola e acquedotto – architettura di regime

L’edificio scolastico di via Manzoni e l’acquedotto furono realizzati negli Anni ’30 del ’900, in pieno regime fascista, nello stile architettonico dell’epoca. Nella progettazione ci si ispirava alle linee guida che prevedevano fabbricati solenni, austeri e con tratti monumentali a testimoniare l’ideale di grandezza che il regime coltivava per il Paese. Il progetto della scuola con relativo preventivo di spesa era già stato presentato nel febbraio 1925 dall’allora sindaco Ghezzi. Il problema della riqualificazione scolastica era dibattuto da anni: Cernusco era priva di un edificio apposito e gli alunni venivano alloggiati in locali della sede municipale con spazi insufficienti e in cattivo stato.

Nell’ultima seduta democratica del settembre 1925, la giunta deliberò l’assunzione di un mutuo di 670.000 lire con Cassa Depositi e Prestiti, però le cambiate condizioni politiche fecero procrastinare di vari anni la realizzazione del nuovo edificio. Il 20 settembre 1925 venne insediato a Cernusco un regio commissario straordinario che rimase in carica fino alle elezioni del 1926 con il compito di gestire l’introduzione del sistema fascista. Il commissario prefettizio procedette alla scelta dell’area di via Torriani e all’esproprio forzoso e immediato del terreno, procedura resa possibile dalle disposizioni introdotte dal regime.

A fronte della necessità di nuovi spazi in cui sistemare alcune classi elementari ospitate in locali di via Cavour messi a disposizione da privati, il primo podestà Luigi Gervasoni cercò nuove soluzioni: nel 1929 acquisire al patrimonio pubblico la villa Greppi e nel 1931 sopralzare il palazzo comunale. Entrambi i progetti furono abbandonati. Tra il 1932 e il 1935, durante il governo del podestà Giuseppe Pizzi, venne ultimata la costruzione della scuola di via Manzoni. Il 4 novembre del 1935 fu inaugurato ed entrò in funzione l’adiacente acquedotto. Inizialmente concepito come torre littoria allo scopo di celebrare i fasti del fascismo, venne poi adibito ad acquedotto cittadino con la funzione di stoccare l’acqua da immettere in pressione nelle condutture.

Nel novembre del 1943 la Direzione generale movimento ufficiali del Ministero delle Forze Armate della Repubblica Sociale Italiana fu trasferita in un’ala della scuola. Il 26 aprile 1945 un gruppo di partigiani occupò e presidiò la scuola, mentre alcuni ufficiali e soldati della Repubblica Sociale venivano fermati e altri abbandonavano il paese.

 

«… è finita e di armi non ne ho voluto più sapere, si vedono le conseguenze per l’uso che è stato fatto delle armi… le guerre. Le armi in fondo portano sempre disgrazie, usarle per cosa? L’arma buona è il cervello.» Cesare Beretta, nome di battaglia “Alfredo”, partigiano della 4a Brigata Garibaldi I divisione Piemonte “Leo Lanfranco”, nel Cuneese