Piazza Martiri della Libertà – cuore della vita politica
Piazza Martiri della Libertà in epoca fascista era denominata piazza del Littorio. Villa Scotti era la sede del municipio. Nel 1924 si decise l’abbattimento del muro di cinta della villa, con portale seicentesco, e la trasformazione del cortile in piazza per far posto al monumento ai Caduti. Il tratto di strada che fino al 1903 era chiamato via al Ponte, venne denominato via IV Novembre a memoria della fine della Prima guerra mondiale. Nell’ala sinistra del palazzo comunale si insediò la Casa del Fascio, sede del Partito Nazionale Fascista (PNF).
Il mattino di lunedì 26 luglio 1943, il giorno dopo la destituzione di Mussolini sostituito dal maresciallo Badoglio, una folla euforica di cernuschesi invase il municipio, la sede del PNF e la Casa della GIL: venne demolito il mezzobusto di gesso di Mussolini e vennero abbattute le insegne del regime; dalle finestre si gettarono documenti, registri, mobili. Purtroppo la gioia del popolo cernuschese e italiano sarebbe durata poco: il governo Badoglio, per timore di una svolta democratica, soffocò duramente il movimento popolare, servendosi dello stato d’assedio e della censura. Durante i “quarantacinque giorni di Badoglio” i reparti militari uccisero, nelle dimostrazioni popolari, 86 lavoratori, ne ferirono 520 e ne arrestarono 2.114.
Il monumento al centro della piazza, dal titolo Patria e Famiglia, fu disegnato da Romeo Nava e scolpito da Cesare Bazzini. Costò £ 66.138,05. Inaugurato il 26 giugno 1927, raffigura un guerriero romano che difende la sua donna e il figlioletto dalle minacce del nemico, del barbaro invasore, così come i soldati della Prima guerra mondiale difesero la patria dalla minaccia degli austro-tedeschi, i nuovi barbari. Il pugnale che ha nella mano è rivolto a Nord-Est, in direzione dell’Austria. Il bambino, riparato dal padre, protende le mani giunte verso l’alto invocando l’aiuto di Dio: è la preghiera dell’innocente che implora la vittoria e la pace. Il richiamo al soldato romano faceva parte della retorica fascista della romanità, dell’esaltazione dell’antica grandezza di Roma, del suo impero millenario. Retorica che portò il fascismo a rivendicare un nuovo impero per l’Italia, da conquistare e difendere da un popolo tornato a essere guerriero. Oggi, il monumento ricorda tutti i caduti della Prima e della Seconda guerra mondiale.
Quella che era stata la sede del Partito Nazionale Fascista divenne la sede della Biblioteca popolare comunale di Cernusco istituita nel 1965, che sarebbe rimasta nei locali al piano terreno di piazza Martiri della Libertà fino al 1975.