Cascina Gaggiolo – un episodio di resistenza civile
La Resistenza armata, fondamentale per la Liberazione, fu affiancata da una resistenza civile altrettanto importante.
I cernuschesi, oltre ad accogliere numerosi sfollati, nascosero prigionieri fuggiti da carceri e campi di concentramento: greci, russi, africani, etc.
In particolare dal dicembre 1943 alla cascina Gaggiolo erano nascosti due giovani americani neri, evasi dal carcere di Monza. Per tre mesi alloggiarono clandestinamente aiutati dalle famiglie che abitavano nella cascina e soprattutto da quella di Celeste Bramati. Per evitare eventuali rappresaglie nei confronti degli abitanti del Gaggiolo, si decise che i due americani alle prime luci dell’alba lasciassero le stalle, nelle quali trascorrevano la notte, e si rifugiassero in un cascinotto poco distante. In seguito a una delazione, la mattina del 21 marzo 1944 la cascina venne circondata dai tedeschi che, col mitra spianato, fecero uscire tutti dalle case e perlustrarono i dintorni. Celeste Bramati, alla domanda di dove fossero i due soldati, con grande prontezza, rispose, mentendo, che erano passati di lì un giorno di dicembre, ma che poi se n’erano andati via subito. I tedeschi , non credendo alle sue parole, perlustrarono la cascina e i dintorni: fortunatamente non trovarono i due americani, altrimenti per gli abitanti del Gaggiolo le conseguenze sarebbero state tragiche. In seguito a quell’episodio, i fuggiaschi dovettero lasciare immediatamente la cascina.
Quattro prigionieri greci furono invece accolti alla cascina Colcellate, dove vi rimasero per sei mesi, poi dovettero lasciarla perché anche per gli abitanti la situazione si era fatta assai pericolosa.