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Casa della GIL – un’azione partigiana

 

La sede della GIL

Terminata la costruzione delle scuole di via Manzoni, dell’acquedotto e del nuovo cimitero, nel 1938 il podestà Pizzi decise la costruzione di una Casa della Gioventù Italiana del Littorio (GIL) che fosse un luogo culturale e ricreativo per i ragazzi. L’edificio andò ad affiancare il Dopolavoro fascista, che aveva sede nello stabile dell’ex Cooperativa socialista (via Balconi, 4), dove il Teatro del Popolo era stato trasformato in sala cinematografica. Nel cortile interno della GIL campeggiava il motto: «Credere, obbedire, combattere».

Fase iniziale della costruzione della Casa della Gioventù Italiana del Littorio

Il giorno successivo alla destituzione di Mussolini (25 luglio 1943) l’edificio della GIL, così come il Municipio e la Casa del Fascio, furono presi d’assalto da antifascisti e gente comune: nel tripudio generale furono rimossi e distrutti i simboli del regime. Purtroppo però le truppe tedesche stavano già entrando in Italia. Dopo l’armistizio dell’8 settembre, la fuga del re Vittorio Emanuele III e la proclamazione della Repubblica Sociale Italiana (24 novembre), il Norditalia fu sotto il giogo nazi-fascista, che fu contrastato dalle nascenti brigate partigiane. Anche a Cernusco dopo l’8 settembre, cominciarono a organizzarsi le brigate partigiane ingrossate dall’arrivo di numerosi soldati sbandati. Frenetica fu l’attività di recupero delle armi da inviare in montagna e da tenere per sé.

La sede della Cooperativa edificatrice

Allora la sala cinematografica della GIL era occupata dal 7° Reggimento fanteria “Cuneo”, e lì, raccontata da Giovanni Vanoli, commissario politico della 105a Brigata Garibaldi, avvenne un’azione partigiana: «Io, Ambrogio Mattavelli e Giovanni Spinazzi siamo riusciti a entrare e prendere otto fucili con baionetta e li abbiamo nascosti nelle grotte dell’ospedale Uboldo. Il dottor Pastori, direttore sanitario, lo sapeva, ma dopo qualche giorno mi avvertiva di cambiare posto perché il portinaio era una mezza spia e sospettava qualcosa. Allora ho avvertito i compagni di viale Padova (a Milano) che sono venuti a ritirarli».

Dopo la Liberazione, la Casa della GIL divenne il cinema comunale. Ora vi sono alcuni laboratori dell’ospedale Uboldo. L’edificio di via Balconi che era diventato il Dopolavoro fascista, ritornò in possesso della Cooperativa Edificatrice (socialista e comunista), che riprese la sua attività di sostegno ai lavoratori.